GUIDA AI DIAMANTI
Il Diamante nell’antichità rappresentava una pietra meno popolare delle gemme colorate, ritenute erroneamente di maggior pregio estetico. Si tratta, infatti, di una “Pietra” estremamente rara fino al Settecento, e valorizzata solo nei primi del Novecento, con l’evolversi della tecnica del taglio a brillante moderno. Nell’era moderna il Diamante resta ed è a tutti gli effetti la “Pietra Preziosa” per eccellenza.
La caratura del Diamante
Negli ultimi anni a livello mondiale, sono stati identificati dei criteri rigidi per classificare le pietre diamantifere.
Di prassi qualunque azienda seria del settore e che abbia una reputazione consolidata, mette a disposizione della propria clientela dei tecnici estremamente esperti, e una strumentazione all’avanguardia per certificare il diamante che stanno vendendo.
Tale esigenza nasce per tutelare il cliente e quindi per offrire agli stessi dei parametri gemmologici oggettivi della pietra che stanno acquistando.
I laboratori di analisi gemmologica accreditati del settore, tra i più importanti a livello mondiale sono: GIA – IGI – HRD – IGI ITALIA.
Le 4C determinano in sintesi il valore di un qualsiasi diamante e stanno quindi a indicare le 4 caratteristiche principali con le quali si classificano i diamanti in lingua inglese:
- Carat (Peso in Carati);
- Colour (Colore);
- Clarity (Purezza);
- Cut (Taglio).
LE 4C DEI DIAMANTI
Purezza dei diamanti – Descrizione
I livelli di purezza comprendono i seguenti parametri di riferimento:
IF = nessuna inclusione interna visibile a 10 ingrandimenti da un occhio esperto;
VVS-1 = solitamente si tratta di un’unica piccolissima inclusione visibile a 10 ingrandimenti solo da un occhio esperto;
VVS-2 = piccolissime inclusioni visibili a 10 ingrandimenti solo da un occhio esperto;
VS-1 = molto piccole inclusioni visibili 10 ingrandimenti;
VS-2 = diverse molto piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti;
SI-1 = piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti;
SI-2 = diverse piccole inclusioni visibili a 10 ingrandimenti;
SI-3 = inclusioni visibili a occhio nudo solo da un osservatore esperto;
I-1 = inclusioni visibili a occhio nudo;
I-2 = molte inclusioni distintamente visibili a occhio nudo che diminuiscono la brillantezza;
I-3 = molte inclusioni distintamente visibili a occhio nudo che diminuiscono la brillantezza e compromettono la struttura del diamante, rendendolo più fragile.
Fluorescenza
Per “fluorescenza” si intende la luce visibile attraverso la pietra che viene sottoposta ad una irradiazione di raggi UV. Molti diamanti la posseggono già di proprio, una media del 35% rispetto al totale complessivo, ma solo in rari casi l’impatto è così forte da variare la valutazione del diamante in oggetto. In molti casi invece, una fluorescenza comune blu viene accolta positivamente, poiché tende ad esaltare il bianco tipico proprio della gemma.
Eccellente
Quando un diamante ha un taglio “Eccellente”, allora la caratteristica peculiare della pietra è relativa a come riflette la luce, che a sua volta ne determina la brillantezza. Naturalmente parliamo in questo caso di peculiarità, che si trovano solo raramente, per cui ne aumenta il valore della pietra. Questa è la forma con luminosità maggiore e segue linee guida specifiche riguardo alle proporzioni.
Ottimo
I diamanti che fanno parte di questa categoria presentano un tipo di taglio che viene eseguito dall’alto. Grazie a questa tecnica particolare, riflettono nel modo migliore la luce esterna, presentano i requisiti di percentuale di profondità e percentuale di tavola. Queste proporzioni fuori del comune massimizzano il fuoco e la brillantezza della pietra.
Buono
Quando siamo in presenza di questo tipo di taglio, allora stiamo parlando di un diamante che possiamo definire tagliato in maniera accettabile. Queste pietre presentano generalmente nel complesso, un buon livello di brillantezza e di fuoco.
Discreto
I diamanti che presentano questa peculiarità sono stati tagliati in modo da recuperare più peso possibile dalla pietra grezza, a discapito del fuoco e della brillantezza. Questo li porta ad essere meno costosi dei diamanti elencati in precedenza (taglio ottimo e buono) ma a non avere la brillantezza e lo scintillio che ci si aspetterebbe da un diamante di ottima qualità.
Il Diamante è l’unica gemma, in cui l’assenza di colore ne determina il valore. Queste pietre preziose sono disponibili in una varietà di toni di bianco. La valutazione del colore di un diamante per lo scopo della classificazione viene ottenuta misurando il grado di avvicinamento all’assenza totale di colore.
I diamanti che più si avvicinano all’assenza di colore sono molto rari e sono classificati D, E, F e G, mentre la maggior parte di essi sono bianchi/leggermente coloriti.
In questa scala si utilizzano le lettere dell’alfabeto partendo dalla lettera D (incolore) sino ad arrivare alla lettera Z, man mano che la saturazione aumenta.
I diamanti, nei quali l’intensità del colore supera la lettera J, vengono classificati come “Fancy Color”. L’intensità del colore viene determinata confrontando il diamante da analizzare con una gamma di pietre di riferimento, dette “Master Stones”.
In natura esistono oltre che di colore giallo, diamanti rosa, blu, arancione, marrone, grigio, e anche di colore rosso (considerati tra i più rari in assoluto).
Il carato è’ l’unità di peso con cui un diamante viene misurato. Un carato è un quinto di un grammo (0.2 g), dunque un diamante di 1 carato pesa 100 punti.
Elementi del diamante da valutare
Brillantezza
Si tratta della luce bianca riflessa attraverso la parte superiore di un diamante. Se una pietra viene tagliata nelle giuste proporzioni, si avrà un maggiore riflesso della luce dalle faccette, con il conseguente aumento della brillantezza.
Castone
Il Castone non è altro che una faccetta nella parte inferiore di un diamante. È preferibile avere un diamante con castone medio-piccolo, perché se risulta grande allora si ha l’impressione che vi sia una specie di foro nella parte inferiore della pietra, a causa della dispersione della luce. Se manca invece il castone in alcuni casi, il diamante si potrebbe danneggiare con più facilità.
Profondità
La Profondità equivale in sintesi all’altezza di un diamante misurata dal castone (faccia inferiore) alla tavola (faccia superiore).
Percentuale di profondità
La Percentuale della profondità equivale invece all’altezza di un diamante misurata dal castone alla tavola, diviso per l’intera larghezza del diamante. Tale elemento è determinante per la brillantezza e il fuoco della pietra. Una percentuale di profondità troppo bassa o troppo alta provocherà una disseminazione della luce uscente dalla pietra, con la conseguente diminuzione dello scintillio.
Faccetta
Per “Faccetta” si intende una delle superfici piane levigate di un diamante. Ad esempio, un diamante con taglio a brillante rotondo è costituito da 58 faccette, quando di prassi è anche considerato il castone.
Fuoco
Con il nome “Fuoco” si intende la luce colorata riflessa da un diamante. La luce bianca, che passa attraverso una pietra, viene separata nei colori dell’arcobaleno proprio come un prisma. Un buon fuoco si può ottenere soltanto con un taglio eseguito secondo ottime proporzioni. In commercio il fuoco viene talvolta chiamato “rifrazione” o più spesso “dispersione”.
Tavola
La “Tavola” indica la grande faccetta piana superiore di un diamante. Se la tavola è troppo grande o troppo piccola, il diamante non sarà ben proporzionato, a discapito del fuoco e della brillantezza.
Percentuale della tavola
La “Percentuale” equivale alla larghezza della tavola divisa per il diametro totale del diamante. La percentuale della tavola è critica per lo scintillio e per il fuoco di un diamante.
Cintura
La “Cintura” corrisponde alla striscia intorno alla circonferenza esterna del diamante. Il gioielliere tiene di solito il diamante per la cintura. Le cinture possono essere grezze (sembrano smerigliate) o sfaccettate (levigate come il resto del diamante). E’ in questa zona che di prassi viene laserato il codice del diamante.
Padiglione
Il Padiglione indica la metà inferiore del diamante, quindi dalla cintura inferiore al castone sulla punta inferiore. Se il padiglione è troppo alto o troppo basso, si avrà la dispersione della luce, con la conseguente diminuzione del fuoco e della brillantezza stessa.
Punto
Il “Punto” corrisponde alla misura di peso dei diamanti. Un punto equivale a 1/100° di carato. A esempio, un diamante che pesa 0,50 carati si dice che pesa 50 punti.
Lucentezza
Il livello di lucentezza varia da mediocre ad eccellente. Si tratta di un modo per classificare la finitura esterna di una pietra. Naturalmente per un diamante resta fondamentale avere una buona lucentezza per massimizzare la brillantezza, ma occorre sempre un occhio estremamente esperto per vedere la differenza tra i vari livelli di lucentezza. È normale avere delle faccette supplementari per rimuovere una parte di una irregolarità, come nel caso delle tracce granulose, visibili solo con la lente d’ingrandimento o al microscopio.
Scintillio
Lo Scintillio è la combinazione di fuoco (dispersione) e della brillantezza del diamante. In genere si tratta della quantità di luce che viene riflessa da un diamante quando viene spostato. Talvolta viene indicato anche con il termine “scintillazione”, specialmente nel gergo tecnico dei commercianti. La fluorescenza coincide con lo scintillio, e di solito è di colore bluastro, emanato da certi diamanti quando vengono esposti alla luce ultravioletta.
Simmetria
Si tratta della classificazione dell’uniformità del taglio di una pietra, che può variare da mediocre a ottima. Una simmetria mediocre inciderà sullo scintillio e sul fuoco di un diamante, a causa della luce ridotta che attraversa la pietra.